giovedì 15 novembre 2012

Capo verde: meta ideale per i pensionati


Sessant’anni o giù di lì: scatta l’ora della pensione. Per alcuni un’età vissuta con rassegnazione, più densa di ricordi che di progetti. Per altri, complice l’allungamento dell’aspettativa di vita, un’età per coltivare le proprie passioni, quelle cui non ci si è mai potuti dedicare causa mancanza di tempo, per impegni lavorativi, di genitori, di figli eccetera. Ora che finalmente il tempo non è più un problema occorre però fare i conti con la pensione, il più delle volte insufficiente.

Se non si possono aumentare le entrate occorre diminuire le spese, rischiando di dover ridimensionare uno standard di vita faticosamente conquistato negli anni. A meno di non trasferirsi in un Paese dove vivere costi meno, che conservi però una buona qualità di servizi, assistenza medica soprattutto. Decisione coraggiosa, certo, ma che viene affrontata da un numero sempre maggiore di neo pensionati, che optano per iniziare la loro nuova vita altrove. A seconda della scelta occorre un certo spirito di adattamento e soprattutto sposare la filosofia di vivere local, perché se si cerca di riprodurre lo stesso stile di vita con le medesime abitudini (alimentari e non) del Bel Paese, si rischia di spendere molto di più.
 Innanzitutto qualche numero per capire le dimensioni del fenomeno
Su oltre 16 milioni di prestazioni pensionistiche pagate dall’INPS, circa mezzo milione sono state pagate a beneficiari residenti all’estero. Con l’ausilio delle statistiche dei versamenti per Stato estero effettuati nel 2010 e di numerosi motori che, mediante diversi algoritmi, paragonano il costo della vita in Italia con quelli delle destinazioni sognate, abbiamo indagato quale nuova patria hanno scelto molti nostri connazionali e perché, ben sapendo che non è solo il fattore economico a guidare una decisione di tale portata, ma che vi incidono anche fattori culturali, climatici, di distanza geografica e di durata; se cioè si decida per un trasferimento definitivo o si opti per una soluzione più soft, una specie di part time per un certo periodo dell’anno.
Tra i vari paesi abbiamo potuto notare che sempre più persone scelgono Capoverde e Boavista per trascorrere parte della loro pensione. Gli italiani preferiscono paesi che sono a poche ore d'aereo da casa, dove passare anche soltanto pochi mesi l'anno. Come Capo Verde, il grappolo di isole al largo del Senegal, piccola mecca del turismo all inclusive che sta diventando un rifugio invernale per i pensionati in fuga dalle città. «Non ne potevo più del caos e del traffico» ricorda Giuseppe Titteri, 66 anni, ex commerciante fiorentino, che vive sull'isola di Sal insieme alla compagna. «Capo Verde mi è sembrato il posto giusto per scappare almeno sei mesi all'anno, non è troppo lontano, ha un ottimo clima e una cultura vicina alla nostra». Questà è solo una delle innumerevoli storie di italiani che hanno deciso di svernare in un posto tranquillo, sempre caldo e che gli permette di vivere una vita senz'altro migliore.
Corrado Novi e la moglie Clea, entrambi ex dipendenti pubblici hanno lasciato l’umidità di Ferrara per il sole di Boavista. «È la più bella delle isole, nelle altre si può vivere con la metà, comunque con una pensione da 1.500 euro in Italia cominciavamo a fare fatica, qui viviamo bene, il tonno costa 2 euro al chilo, si mangia fuori anche con 10, si può fare il bagno la vigilia di Natale. A volte mi manca un buon piatto di cappelletti o una partita di tennis in tv, ma posso farne a meno. Viviamo in bermuda e infradito e io non ho più mal di ossa». 

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